Il mio commento alla 3x15, pubblicato, all'epoca della messa in onda americana, su Tvd Italia.
Ci sono due correnti contrastanti, anzi opposte direi, che considerano Elena Gilbert una maniaca del controllo (mi contengo con gli epiteti che le vengono rivolti, ma li potete ricordare facilmente) o che la ritengono una vittima di circostanze crudeli, che fa il possibile per cavarsela. Credo di appartenere a quest'ultima categoria, sebbene piuttosto, come ho già detto altre volte, io al posto di Elena darei di matto rompendo tutto, almeno una volta.
Forse si potrebbe empatizzare di più con la ragazza se facesse almeno una pausa nel cercare una soluzione positiva alle catastrofi che le capitano.
Ovviamente le scene iniziali di questo episodio ci mostrano una Elena che si sente sola ed è disperatamente dipendente dai suoi vampiri fratelli, che per un motivo o per l'altro la tengono lontana. Insomma! Dopo aver perso qualsiasi parente (pure Jeremy è lontano), come è stato ben ricordato, ha Damon, Stefan, Caroline, Bonnie e Alaric. Direttamente o indirettamente a costoro ne sono capitate di tutti i colori a causa sua, e continueranno a succedere in questa puntata, come sappiamo. È davvero colpa sua?
A chi sia tentato di rispondere che dovrebbe chiudersi in uno stanzino, come suggerisce pure Damon più oltre, ricordo che lo show must go on. Comunque da un lato mi fa pena assai, dall'altro capisco chi la critica, perché il suo continuo cercare una soluzione ai casini assurdi in cui si trova o si mette la rende insopportabile: insomma alla sua vita sociale gioverebbe un po' di sana, mortale, passiva disperazione, mostrata la quale le persone che ha intorno si precipiterebbero a consolarla. E punto e daccapo.
Detto questo: soddisfazione somma quando Damon risponde al telefono “Oh, I'm over” “Mi è già passata”. Per quanto si possa simpatizzare con la ragazza Gilbert, la diversione-Rebekah è stata catartica e la risposta antipaticissima di Elena alla dichiarazione d'amore di Damon è stata vendicata!
La scena sulla porta mi ha esaltata per il sorrisino leggero di Rebekah, se lei o Damon avessero più apertamente sogghignato sarebbe stato brutto, ma così è stato perfetto.
E poi... quando Elena ne parla con Bonnie? Lamentandosi dell'atteggiamento gongolante di Damon? Gustoso.
La tattica, la tattica! Credo che per un equilibrato percorso Delena tutto ciò sia assolutamente necessario. Non desideri se non quello che non hai. Elena ha bisogno di capire che cosa vuole, sentimentalmente parlando, e di bramarlo un po'. A lungo anzi. Certo, se si scoprisse che li vuole entrambi... Katherine ha sempre avuto ragione secondo me! "You know, you can love them both, I did" E che vi devo dire...
Comunque Elena, tardivamente, nutre senso di colpa per ciò che la sua scelta di assecondare Esther comporta per Eliijah. Qui c'è una marcia indietro rispetto al fine che giustifica i mezzi. “Lui non merita di morire”. Perché? Perché è amico tuo, ti ha salvato (appartiene al folto club “Salviamo Elena”) ha chiesto la tua collaborazione e tu gli hai apertamente mentito giusto ieri sera al ballo.
“Senti” dirà Alaric a Damon “non la giudicherò per avere una coscienza”. Su questo punto i nostri sceneggiatori stanno battendo.
Non vuoi la morte del sobrio Originario, per lo stesso principio per cui i Salvatore sono vampiri pluriomicidi, ma non meritano di morire perché sono gentili con te e ti amano. “Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? (…) Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande”. Scusate la citazione che potrebbe parere fuori luogo, ma l'ipotesi è che in TVD la riflessione, il paragone con il cuore della moralità della nostra cultura, nel sotto-sotto-fondo credo sia proprio questa. Soprattutto quando poi si arriva a Esther.
La gratuità è l’anima di ogni vero amore. Io questa frase me la conservo come pietra di paragone, non so voi. Poi si vedrà.
Comunque per ora abbiamo Elena che, attraverso quello che fa, mostra un tentativo di ricalibrare la sua umanità rispetto al percorso di indurimento di sé che sta compiendo, per adattarsi al mondo violento in cui la sua vita è piombata. Uccidere Elijah pur di farla finita con Klaus è semplicemente troppo.
La scena fra i due Salvatore: “Bene. Non starà con nessuno dei due”. Come se si stesse decidendo con quella frase il destino dell'intera serie che ha il suo nucleo nel triangolo amoroso, anche. Ovviamente non è così, ma godiamoci la complicità e la sincerità relativa fra Damon e Stefan. Team Salvatore!
Elijha: “Vuole rimediare a tutto il male che ha creato” questo dice il gentiluomo originario riguardo alla propria madre, quando sbugiarda Elena, che fra l'altro dichiara di stimare per il fatto che va contro la propria natura di persona onesta, per necessità: è una dote che amava prima di diventare vampiro. È una precisa presa di posizione la sua, non del tutto comprensibile però, che mostra la stessa altalena morale che la ragazza sta vivendo. Dice che apprezza Elena per aver mentito nonostante la sua natura onesta. Sta dicendo che Esther ha sbagliato e che i vampiri sono “male” e però vuole fermarla. Finn e Klaus stanno ai due opposti rispetto alla madre, Elijah sta nel mezzo: pensa che la madre voglia rimediare al male compiuto, ma ovviamente vuole fermarla. Perché ovviamente? Perché ama la sua famiglia. L'amore si contrappone alla giustizia. Lo ribadirà più tardi nella lettera a Elena “Oggi ho fatto cose che detesto per proteggere la cosa a cui tengo di più: la mia famiglia (…) la tua compassione è un dono. Portala con te come io porto il mio rimpianto, ora e per sempre”. La compassione è un dono. Frase chiave, ne riconosco una quando la vedo.
Esther è imbarazzante quando praticamente si congratula con mamma Bennet per aver rinchiuso il proprio marito e con Bonnie per aver cercato di uccidere il proprio figlio. Questo disagio il personaggio vuole provocare in noi spettatori. La giustizia è “cattiva”? Giustizia vs compassione? Notare che Esther parla di “portare pace agli spiriti della Natura”: la divinità ferita dal Male è quella più indifferenziata e New Age possibile, ma è il sostituto più accettabile di un Dio che potrebbe essere diverso per gli uni e per gli altri. E chi si mette contro la Natura oggi? Almeno in teoria...
Altra nota: la rabbia di Rebekah contro Elena esprime ottimamente il fastidio che il personaggio suscita nella succitata parte dell'audience. È come se gli sceneggiatori ci facessero un po' di psicoterapia, consentendoci di sfogare le nostre frustrazioni di tvd-dipendenti: che gentili! Inoltre questa scena ha l'effetto di rimarcare a Elena che le nostre azioni perfide non sono senza conseguenze; quello che sembra, in un certo momento, il male minore suscita una quantità di male che cresce esponenzialmente. La stessa Esther non è altro in fondo che il pan per focaccia della Natura, dell'Esistenza (quello che volete) al male commesso per leggerezza, per sopravvivenza, per ingordigia, dai primi vampiri creati, che lo hanno diffuso a macchia d'olio.
Intermezzo: Klaroline: romanticismo per diversione. Non solo perché è una “distrazione bionda” (bellissimo!), ma anche perché se non ci soddisfano con un po' di Delena o di Stelena... fra i due litiganti il terzo gode! Klaus ci conquista quando scopriamo che “L'amore è la debolezza di noi vampiri” - detto a Elijah secoli prima rispetto a Katherine - non era un assunto scolpito nella pietra. Il timore per la sicurezza della Barbievampira ci potrebbe tenere sospesi in questo iato fino al prossimo episodio, ma lei è troppo importante per la serie, giusto?!?
Finn: “Mia madre vuole salvarmi da un'eternità di vergogna” si riferisce al male che i vampiri sono o al fatto stesso di essere vampiri? Si gioca su questa ambiguità qui, e non da ora: zio John odiava i vampiri e tutti gli altri cacciatori del passato o del presente, il compianto Bill compreso, ma il punto è la “moralità” (posizione rispetto al bene o al male) o il razzismo?
“Si farebbe uccidere per salvare un amico” dice Damon a Stefan di Elena (O__=). Questa persona qui hanno incontrato, dietro il bel faccino così somigliante a quello della evil bitch Katherine, c'è questa tizia che li ha colpiti e conquistati anche per questo, vero? Da qui il cambiamento della loro vita. Come aveva detto Rose, compianta anche lei? “Love does that: changes us”. Il punto è se l'amore ci possa cambiare. È forse questo che non comprende Esther? Si potrebbe obiettare che hanno pure avuto mille anni 'sti figli per provarci... Tvd ci sta veicolando questo dubbio, questa domanda anche mediante Klaus e Caroline, titillandoci con la speranza di un cambiamento in Klaus... Anche se a noi piace cattivo, ovviamente. Però è così umano...
Elena sorprende i sentimenti feriti di Rebekah: non solo legge adeguatamente ciò che ha davanti, non crudeltà, ma vulnerabilità affettiva, ma tocca con mano anche qui il frutto delle sue azioni e conclude: non sono una dura. Lo sta dicendo anche a se stessa. Stiamo assistendo qui a un'evoluzione del personaggio, o no? Sta soltanto giocando le carte dell'intuito per guadagnare tempo, usa l'intelligenza per venirne fuori? Oppure la vediamo tracciare un bilancio del suo tentativo di “fare la tosta”?
Veniamo ora al cuore dell'episodio, anzi secondo me, della storyline degli Originari:
“Per mille anni sono stata costretta a osservarti. Provavo il dolore di ogni vittima. Soffrivo mentre tu spargevi sangue. Anche tu Elijah, che ti vanti della tua nobiltà d'animo, non sei migliore. Tutti voi. Siete una maledizione su questa terra che si perpetua da generazioni”.
Esther è solo l'ultimo nemico della catena, è una madre degenere, è un'altra razzista (vampiro è brutto) oppure è la voce che viene a rivendicare la sofferenza e la morte degli innocenti? La giustizia è questa cosa qui? E la compassione?
Gli originari vengono posti davanti a quello che sono, bellissima in questo senso la scena fra Elijah e Rebekah “Tutti i miei discorsi sulla virtù... quando mi fa comodo, io uccido, mutilo e torturo” ammette che ha anche usato la sorella per ottenere il fine. La ama, ma la usa.
E lei risponde l'ovvio – l'assunto per cui il fine giustifica i mezzi, proprio quello - “L'hai fatto per proteggerci, Elijah, e giustamente. Meritiamo di vivere, noi siamo meglio di loro”. E qui casca l'asino. L'amore salva i propri cari prima e al di sopra degli altri (come detto sopra su Elena, Damon e Stefan). “Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete?” avevamo detto; questa è la compassione?
E poi, ecco qui, il cuore della scelta morale: nostra madre ci ha resi vampiri, ma noi abbiamo scelto di essere mostri. Vi ricordate il cappello parlante al povero piccolo Harry Potter, indeciso fra Grifondoro e Serpeverde? Ciò che fa la differenza è quello che scegli.
Comunque Rebekah decide di rimanere con Klaus: ci attacchiamo a chi ci è vicino, in un modo o nell'altro, povere anime bisognose d'amore. Elijah le ha detto la verità, Klaus l'avrà pugnalata in vari modi, ma non l'ha mai abbandonata. I due sono prigionieri dentro la propria tormentosa solitudine: un amore libero necessita un percorso di maturazione. Si dovrebbe parlare di questo rispetto a Damon, perché è lui che ne sta compiendo uno coi fiocchi... ma sarà per un'altra volta :)
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