Troppe cose ci sarebbero da dire su questo episodio che ci restituisce i grandi colpi di scena mozzafiato a cui Tvd ci aveva abituato. Alcuni indizi però offrono da riflettere sulle contrapposizioni che sotterraneamente lo show ci suggerisce. E che potrebbero gettare una luce inquietante sui criteri di “scelta” (ahimè) di Elena.
Gli indizi: Caroline porge le sue condoglianze a Rebekah per la dipartita (si fa per dire, tanto è sempre lì) della madre.
Jeremy, all'arrivo di Stefan, chiede polemicamente un po' di spazio senza vampiri fra i piedi.
Klaus, accennando a Damon e a Stefan, fa dell'ironia sulle disastrate figure genitoriali che toccano in sorte al suddetto povero ragazzo.
Alaric, Darth Alaric (grazie della definizione Toto!) fa da papà a Elena, rimproverandola e istruendola sui doveri di famiglia. “Non volevi uccidere un vampiro?”
Rebekah ripropone la famiglia a Klaus e riceve picche.
Sembra che il punto di riflessione proposto sia il rapporto con le figure genitoriali. Ed essendo The Vampire Diaries un Teen Drama, la cosa non farebbe una piega.
Abbiamo già riflettuto in precedenza sul rapporto fra giustizia e amore, fra la coerenza che attribuisce ai vampiri il ruolo negativo, semplicemente per quello che sono e al gruppo intorno a Elena invece un nuovo modo di vedere ciò che c'è nel cuore delle persone, piuttosto che la loro appartenenza di “genere”. Questo rapporto, che ridefinisce il bene e il male, è sempre visto da diverse angolazioni per non darci gioco troppo facile.
Nel primo punto vediamo Caroline che prova empatia per l'originaria, che problemi non ne ha dati pochi al gruppo, in precedenza. So che a molti Barbievampira appare solo moralista, ma mi sembra che lei qui applichi il talento per l'inclusione che si è creato intorno a Elena. Così, come quest'ultima ha per esempio trattato Elijah diversamente dagli altri originari, allo stesso modo fa Caroline, che ha visto morire il proprio padre; quello stesso padre che l'aveva torturata “a fin di bene”. Esperta di amore e contraddizioni in materia di genitori, è pronta a immedesimarsi in Rebekah, afflitta da mamma tendente al figlicidio. Non la include semplicisticamente fra i cattivi e basta, pur essendo pronta, sicuramente, a combatterla se fosse il caso. Comunque quando più tardi Alaric l'attacca, lei corre ad aiutarla. È come se Cappuccetto rosso, nonostante gli avvertimenti di mammina, corresse in aiuto del Lupo, dopo averne valutato solidarmente ed empaticamente l'appartenenza alla famiglia di quelli “a posto”. Passatemela adesso, poi mi spiego meglio.
La reazione di Jeremy. Il suo atteggiamento l'abbiamo già constatato in più occasioni: alla Decade dance dice a Bonnie e Jamie “Toglierò l'anello quando mia sorella la smetterà di frequentare i vampiri”. Tutto un programma è la faccia che ha fatto quando ha visto Elena fare la “verifica dell'attrazione” (ehm!) con Damon. Non è solo che fa il fratello minore o che prima Elena stava con Stefan e passare di fratello in fratello non depone bene sulla sua rettitudine o che lui è bacchettone, no! è che Damon è un vampiro. E, per di più un vampiro che, in un momento d'ira, si è trovato a ucciderlo. Fa niente che ci ha giocato alla play-station. Il ragazzo se ne è andato a Denver per questo, al di là del soggiogamento, per stare alla larga da tutta una serie di situazioni in cui correva il rischio di morire un giorno sì e uno pure. Qualcuno potrebbe dargli torto? No, per favore non rispondete!
Chi non gli darebbe comunque torto sarebbero dei genitori! Papà e mamma lo proteggerebbero di più. Forse come ha tentato di fare Elena mandandolo via, come come ha fatto Damon cercando di fargli dimenticare tutto … (?) No, un attimo. È proprio questo il punto: l'ipotesi è che dei genitori sarebbero più intransigenti e farebbero di tutto per eliminare i rischi per i loro ragazzi, anche se i vampiri possono essere "tanto buonini"!
Questo è quello che Alaric in versione bad vuole fare e sta facendo. Salvare gli umani dal pericolo dei vampiri. Questo è quello che vuole fare Esther in versione strega/mamma degli umani e sacerdotessa dell'equilibrio della natura. Per questo gli sceneggiatori ci portano a immedesimarci anche nel punto di vista dei “cattivi”, per questo Esther è stranamente premurosa con Elena. L'idea è che solidarizzare ed empatizzare col nemico sia un atteggiamento inconciliabile con la “protezione della prole”. I genitori in altre parole dovrebbero essere quelli che sottolineano le regole senza incertezze in nome di un bene imprescindibile, non includendo possibilmente nessun rischio nel quadro delle probabilità.
Invece le figure genitoriali qui stanno facendo "fitecchia", solo che lo fanno in un senso e nell'altro: e nel mucchio finiscono il sindaco, lo sceriffo (che sono scese a compromessi per “amore” dei loro figli, invalidando la figura standard di genitore), il vecchio Alaric, che vittima dell'”inclusione” usava lo stesso metro di Elena, lo stesso Klaus, figura di padre putativo di Rebekah, che sbaglia in un altro senso, mettendo l'egoismo al posto del bene della sorella minore.
L'inserimento di Klaus come capo famiglia putativo degli Originari è interessante perché potrebbe offrire sviluppi positivi al personaggio: c'è una via positiva su cui potrebbe incamminarsi, se solo lo volesse. Due rapporti per lui importanti glielo chiedono e gli ricordano che sensazione dà fare un gesto davvero gentile: Caroline che gli dice “Grazie” e Rebekah che non smette di chiedergli un legame vero. Può compiere un percorso, perché questi appigli affettivi ci sono. Poi si vedrà.
Comunque, in questo barcamenarsi generale, una figura di genitore convincente non c'è: o sono troppo rigidi o sono troppo “morbidi”. Soprattutto questi ultimi sembrano non convinti delle proprie ragioni. Il padre di Caroline ne è un interessante simbolo. Comprendere e amare la figlia, che è diventata un vampiro era una sconfitta talmente aspra che, all'occorrenza, ha preferito morire che scendere a compromessi, “Vampiro? proprio no!”. Invece sua moglie, lo sceriffo, come il Sindaco hanno accettato la mutazione, diventando genitori decenti per gli uni e genitori degeneri per gli altri. Mentre Alaric, ex cacciatore di vampiri, padre sostituto fallito, proprio per il cedimento all'“inclusione”, approda al suo doppio che rinnega questo cedimento, accettando la missione suicida di Esther per il bene dei cittadini.
Infatti Darth Alaric cerca infatti di insegnare a Elena come dovrebbe comportarsi una Gilbert di razza, ricordandole che i suoi genitori erano a capo del consiglio anti-vampiri.
Lei ribatte in seguito “Se rifiutarmi di uccidere Caroline fa di me una cattiva, allora sono cattiva”. Elena è convinta della sua visione. Eppure davanti a Jeremy e al suo benessere ha dei cedimenti.
I diversi atteggiamenti dei personaggi non rispecchiano forse il gioco delle parti che si instaura, la maggior parte delle volte, fra genitori e figli adolescenti? Il punto di vista che incarnano i nostri ragazzi (più o meno centenari) non è quello che fanno gli adolescenti quando i genitori hanno da fare rimostranze sulle compagnie che loro frequentano, adducendo a motivo di rischio la droga, la tendenza a tatuarsi, a portare borchie e anelli in posti indicibili, la promiscuità, l'omosessualità ecc. ecc. Qui le cattive compagnie che mettono a rischio la vita, la psiche, la sicurezza dei figli, invece, sono i vampiri: metafora del “diverso!” e del poco raccomandabile. All'epoca di Damon e Stefan, il padre non avrebbe dovuto forse esclamare: “Chi è questa straniera?” incontrando la bella Katherine? La mamma e Cappuccetto Rosso dovrebbero stare sull'altra parte della barricata rispetto al Lupo cattivo.
Per concludere, qui Elena, che tiene al fratello, può sentirsi ricattata proprio dal fatto che Jeremy le ricorda che attualmente lei è l'unica figura genitoriale disponibile e quindi dovrebbe forse saltare il fosso e andare dall'altra parte e porsi qualche problema in più sulle sue frequentazioni.
Klaus non ha tutti i torti quando ironizza su Stefan e Damon che hanno preso il posto di Alaric come tutori. Insomma la tendenza di Elena a giudicare col cuore dovrebbe confrontarsi con quell'altro modo di considerare la vita che ti capita di assumere quando in sorte ti tocca di diventare genitore, o adulto responsabile.
Elena all'inizio di questa stagione ha compiuto 18 anni, e in questo fine di stagione, potrebbe essere richiamata alla necessità di dimostrarlo e di comportarsi da adulta.
Riuscirà a trovare il coraggio delle sue convinzioni? Una nuova via? Che non sia né considerabile come un compromesso né rigorismo cieco? L'inclusione è essere padri e madri, in qualche modo, poiché ha a che fare con l'amore. La sua capacità di guardare nel profondo di una persona e accoglierla più di quanto gli stessi genitori non abbiano saputo fare – Tyler, Caroline, ma Stefan e Damon! le cui decisioni avventate, causate principalmente dalla ribellione a un padre troppo duro, stanno all'origine di tutto – sarà messa alla prova dalla sua scelta. Chi fa crescere qualcuno è chi ama l'altro più del suo proprio schema? Ed Elena sarà capace di farlo con Damon? Di sottolineare quanto sia uomo chi trova il coraggio di cambiare, per quanto difficile sia? E di difendere la sua scelta davanti a Jeremy e al mondo? Lui è la sua prova del nove. Potremmo pretenderlo, a questo punto della storia, da questa ragazza? Che diamine! Io penso di sì.
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