giovedì 13 febbraio 2014

Tvd 5x13 "Total Eclipse of the Heart" – About Fall

Gli episodi Damon-centrici sono croce e delizia, vero? Ho bisogno però di prenderla un po' alla lontana. Non vogliatemene. 
I percorsi di Katherine ed Elena si potrebbero definire speculari; non nel senso di uguali, bensì uguali al contrario: opposti. Abbiamo visto Elena partire come persona dolce e buona, quasi al limite della nausea. 
La sua moralità era semplice e irriflessa, ma la sua empatia l'ha portata a fraternizzare, da Stefan in poi, con qualunque essere soprannaturale che mostrasse un barlume di umanità. Così Damon è entrato nella sua orbita. Ha intravisto dolore in lui dove nessun altro ne vedeva. Tutte le vicende che l'hanno vista vittima nelle varie stagioni hanno stimolato in lei l'istinto di sopravvivenza e di protezione nei confronti di chi le era rimasto; in più l'intelligenza l'ha portata ad attingere alle armi del nemico e ha sposato il pragmatico “fine che giustifica i mezzi”. Così ha relativizzato le sue convinzioni, per la necessità di dover battere in astuzia Klaus e altri. Ricordate il calice avvelenato porto a Elijah? Maestri per lei sono stati Damon, ma anche Stefan. È stato un processo di adattamento, ma anche una messa in discussione dei suoi primitivi convincimenti. Vorrei ricordare che questa evoluzione avviene spesso nell'adolescenza, quando uno mette alla prova i mezzi di comprensione e di affronto della realtà che sono forniti dai maestri (genitori, scuola, insomma le agenzie educative), al fine di sceglierli o rigettarli, ma comunque personalizzare le proprie certezze.
A un certo punto Elena Gilbert è diventata vampira e le cose sono andate accelerando. Ha ucciso per la prima volta e poi, per il dolore insopportabile, ha spento le emozioni e ha attinto alla parte più razionale e calcolatrice di sé e al fondo del suo male: la noncuranza dei sentimenti altrui era l'antitesi della sua disponibilità originale. Tornata in sé, ha sublimato la rabbia in odio per Katherine e, cedendo all'amore per Damon, è anche entrata in contatto con il male e il bene in dosi massicce attraverso di lui. La decisione per l'uno e per l'altro non è più un fatto teorico, preconfezionato, statico. È attraverso l'amore, la sofferenza, il dramma del rapporto con l'altro che si sceglie. Si chiama esperienza, certo, ma dipende anche da quanto dell'altro (in termini di emozioni, di dolori, di ferite e cicatrici) si è disposti a lasciar filtrare in se stessi per osmosi. Si rifiuta ciò che non si conosce, ciò di cui si ha paura. Elena ha avuto per tanto tempo paura di Damon, di lasciare entrare la sua vita nella propria. Sì, aveva paura che il male, la tentazione di una vita assaporata attraverso sensazioni forti, potesse travolgerla. Ma poi, mediante tutti gli eventi che già conosciamo, questa paura si è disintegrata; con quel “You” Elena Gilbert, dopo aver conosciuto il rimorso, la colpa, l'ossessione del sangue, l'ebbrezza del piacere di vivere, vaccinata in qualche modo al modus vivendi di Damon Salvatore, l'ha lasciato entrare nella sua vita. “I'm not sorry that I'm in love with you”dice nella 4x23. Lui ritiene di essere quello sbagliato per lei, l'ha già detto: “faccio delle scelte pessime che ti feriscono” e ha già messo le mani avanti dicendo che non cambierà. Notare che lui è certo di essere “sbagliato”, non solo sbagliato per lei. Ma Elena, nelle sue parole ha affermato qualcosa di ben preciso e non retorico: “Tu sei stato una persona terribile. Hai fatto le scelte più sbagliate e tra tutte le scelte che ho fatto io, questa alla fine sarà la peggiore, ma non mi dispiace di essermi innamorata di te”. Non sono parole casuali, sarebbero quasi poco romantiche, una concessione, un riconoscimento di uno stato di fatto che parrebbe persino dispiacerle, ma costituiscono una dichiarazione d'amore del tutto consapevole
Mi sembra necessario ricordare questi fatti del loro rapporto per valutare quanto si divarichi in questo episodio il comportamento di Kat/Elena da quello possibile della vera Elena. Lei aveva parlato di scelte. Le scelte sono ciò che ci definisce, ma sono condizionate da tanti di quei fattori… ed Elena Gilbert,  vampira e assassina, lo sa. 

È a questo punto che, cosciente di quanto la vita possa essere ingiusta, castrante, pesante, perdona Katherine in punto di morte e, facendolo, sceglie di nuovo chi vuole essere, cosa è importante davvero per lei. È come la scelta del Grifon d’oro con il Cappello parlante in Harry Potter: il maghetto la fa all'inizio, ma deve continuare a compierla, e ogni volta è più sua e meno teorica. Si chiama, appunto, esperienza ed è quella cosa senza della quale non si cresce, è un'apertura al reale fatta di giudizio razionale e di partecipazione emotiva.

Passiamo a Katherine. La conosciamo dall'inizio fredda, manipolatrice ed egocentrica. Lei ed Elena sono i due opposti. Nel tempo, pur conoscendo i diversi aspetti del suo carattere, la vediamo vittima ed esperta in resistenza a oltranza contro gli attacchi della sorte. Verifichiamo il suo attaccamento a Damon, nonostante tutto, il suo amore per Stefan, la sua simpatia per Caroline (che peraltro ha ucciso) e quella per Matt. Accetta il loro aiuto, rimane colpita dalla disponibilità di queste persone che avrebbe e ha trattato come carne da macello, diventa anche un'alleata in qualche occasione. Ed è proprio quando siamo disposti a vederne il lato umano, quando è vulnerabile e quasi sconfitta, che assistiamo alla sua scelta speculare: Kat sceglie solo Kat. A costo di distruggere Damon ed Elena che l'aveva appena perdonata. Non mi parlate qui di una possibile ipocrisia di Elena o degli altri: l'elenco delle malefatte di Katerina Petrova, alias Katherine Pierce, è stato lungo, circostanziato e inconfutabile. Poteva essere perdonata e lo è stata, ma lei sceglie il suo presente: decide.
I loro percorsi sono state linee verticali sinusoidali alla fine del tutto divergenti. Stessa faccia, razza diversa. Entrambe hanno vissuto esperienze durissime e la somma della loro indole e di ciò che hanno vissuto ha prodotto quest'unico essere con il corpo di Elena e la mente di Kat, concepito apposta per quest’ordalia di dolore e disperazione che deve estrarre dall’indeterminazione e dall’inconsapevolezza di sé Damon Salvatore, per renderlo certo di chi lui davvero sia. Ovviamente lo vedremo se (che) Elena ritornerà, il punto è il come.

Stefan e Damon sembrano tornati alla prima stagione. Tutta l'acqua passata sotto i ponti e di cui siamo consapevoli ci deve dare una piccola idea di come dovrebbe essere avere un rapporto difficile col proprio fratello per gli ultimi 150 anni. È l'anniversario tra l'altro: dovrebbero festeggiare. Posso dire una cosa impopolare? Capisco Stefan. È difficilissimo infrangere la superficie lucida e fredda del convincimento di Damon. È respingente e Stefan è incapace di trovare uno spiraglio. 
A me piace la mia vecchia versione malvagia, Stefan. Anzi, mi manca quella persona. Quella persona è stata così sciocca da provare a cambiare se stesso per una ragazza”. Le cose stanno così per Damon Salvatore: lui è cattivo e aveva cercato futilmente di cambiare. “Vedi di trovarti un altro hobby, fratello, perché non mi va tanto di essere salvato”. 

Il loro legame tanto è solido quanto è basato su un equilibrio precario. Lo ammette poi Stefan stesso con Caroline: quello che più mi è piaciuto in questa puntata è stata proprio la sua presa di coscienza. Stavolta prova davvero a comprendere il fratello, ammettendo finalmente i suoi limiti nel rapportarsi a lui. “Non credo di essere in grado di riuscire a tirarlo fuori da questo tunnel. Voglio dire, ho visto Damon al suo peggio, Caroline. E per la verità credo che gli piaccia il modo in cui lo fa sentire. È come se più dolore riesce a causare, più motivi ha la gente per odiarlo. Vuole confermare le aspettative peggiori che tutti hanno su di lui. E io... sinceramente, non so come combattere questo suo lato”. Sentirsi crudele per Damon è più facile e naturale che sentirsi vulnerabile, scoperto, fragile, ma fino a questo Stefan non ci arriva. Eppure dopo sceglie Damon, anche di fronte all’illusione di poter ancora avere Elena: questo gli sia attribuito a merito perenne.
Più tardi, con Jeremy, si può notare come Damon distrugga grazie al sarcasmo quello che ha costruito nel rapporto con lui. Alla domanda “Che ci fai qui?” risponde “Do ripetizioni di analisi a qualche ragazzo. Mi piace condividere il mio sapere, essere un esempio da seguire. Scherzo!” Sta spaccando tutti i ponti che aveva costruito, anche quello con Bonnie, e lo fa in velocità. In tutti all'istante si ricostituiscono le antiche certezze su di lui, mai del tutto sgretolate. Sta dando ragione ai pregiudizi e ai timori di tutti, come aveva compreso Stefan.

Elena ti ucciderebbe” “Figo. Mi chiedo se l'idea non gli sia sembrata davvero “cool”. Un epilogo perfetto, una pulsione di morte, un cupio dissolvi in cui vedere infrangersi ogni sogno di amore e felicità come in un'overdose inebriante di dolore. Ma stempera tutto in ironia: Damon è Damon. Bonnie e Jeremy hanno ragione? Elena lo ucciderebbe? È innegabilmente forte e sicura ora, ma la sua amica e suo fratello hanno realmente compreso la natura del sentimento che la lega a Damon? Domanda retorica.

Kat che parla di Damon: “È fatto così. Se qualcuno lo ferisce anche solo minimamente, lui dà di matto. Non riflette più, non cerca più di capire. Agisce e basta. Per tanto tempo ho cercato di farlo migliorare, ho cercato di farlo cambiare, ma... alla fine credo che sia stato lui a far cambiare me”. È eccezionale, davvero. Dice cose verosimili, che Elena potrebbe dire, dato che c'è dentro della verità, ma alla fine lei rappresenta egregiamente quello che “la gente” pensa sia stato il rapporto fra Damon ed Elena. È vero che Damon agisce e basta, come se fosse una sorta di rituale purificatorio di tutta la fatica di giudizio e di vera e propria catarsi che ha attuato in tutto questo tempo, però non si può ridurre tutto a Elena che ha cercato di cambiarlo. Rose aveva detto: “L'amore ti cambia”. L'amore agisce, solo lui funziona. Non è stata una crociata morale quella di Elena e non uno sforzo volontaristico quello di Damon: possono dire questo quelli che non riconoscono la reale natura del rapporto; e certo può affermarlo Katherine, che ha pensato al perdono solo come mezzo per arrivare a colui che le interessava: Stefan; Caroline, che deve rendere il mondo tutto bianco o tutto nero per andare avanti, e tutti gli altri che restano al di fuori di quel processo di fusione e di rispetto reciproco di due personalità speciali, disposte e chiamate ad andare contro il destino già scritto dei doppelgänger. Damon ha cambiato Elena? Lui stesso lo pensava, per questo ha voluto lasciarla. E poi no. Non le dava abbastanza credito, pensando di poterla cambiare: il suo discorso per riprendersela è una bellissima dichiarazione di stima. Intanto alla fine uccidendo Aaron dice: “Pensavo che dovevo essere migliore per meritare il suo amore e che lei doveva essere peggiore per accettare il mio”. Continuo a pensare che fra i due Salvatore il più dotato intellettualmente sia lui.

Elena prima che lui la lasciasse, davanti al focolare QUI LA SCENA, metabolizzava i dati appena appresi a suo riguardo: ha passato cinque anni a essere torturato; ha ucciso per decenni tutti i membri  della famiglia Whitmore, donne e bambini innocenti compresi. Noi non abbiamo “visto” i processi mentali di Elena, ma lei corrisponde a “noi” che ci sforziamo di comprendere come il Damon che aveva rinunciato alla propria umanità per salvarsi, come un lupo che si trancia una zampa per sfuggire a una tagliola, tradendo la persona a cui era più legato, uccidendo un pezzetto della propria anima, abbia pagato un tributo di vittime per ricordare e vendicare Enzo e se stesso. Un sacrificio rituale, un orribile sacrificio umano sull'altare della vendetta, in ricordo della perdita di un amico e di un se stesso ancora in parte innocente. Che stiamo facendo, noi ed Elena? Cerchiamo di comprendere una strage senza possibili giustificazioni? sì. “Comprendere” è la parola chiave. Elena sta riflettendo nello stesso modo che ha applicato a Katherine, usando la propria esperienza per entrare nel dramma e viverlo prima di e per poter perdonare. Non c'è da invidiarla: il perdono è inumano. Damon ci aiuta a non rendere la faccenda automatica e neutra: “Li ho fatti a pezzi, mi piacevano i versi che facevano, perché mi rendevo conto che se lo meritavano. Come te”. Aaron era innocente. Un innocente intorno e attraverso il quale sono avvenute cose orribili, però. Si meritava di morire? Il giovane Damon Salvatore meritava di incontrare sulla propria strada una donna come Katherine Pierce? Meritava di divenire un mostro? Damon uccide un innocente, uccide l'innocenza, distrugge con rabbia la propria rinnegata, infangata, distorta innocenza, proprio quella che è stata intravista, abbracciata, amata e poi apparentemente rifiutata da Elena. Il Damon cattivo è quello che gli riesce più facile, è come qualcuno che si autoinfligge dolore: quella sensazione copre le altre. Damon uccide quel se stesso innocente che duole troppo quando emerge. Come quando ammise con Elena che “I feel and it sucks”, nella 2x12. Damon taglia i ponti con la sua umanità pur senza aver spento l'interruttore.

Lo sguardo che lancia a Stefan quando quest'ultimo vede l'immagine di Jeremy prigioniero sul telefono è fuori da ogni finzione di leggero sarcasmo o sadica ironia. È uno sguardo torbido, lascia intravedere l'abisso in cui vuole cadere. E il momento in cui Stefan gli chiede di non tornare, dopo che Jeremy è quasi morto (again) ed Elena quasi impalettata a cuore? Lì Damon lascia trasparire qualcosa, mentre oltrepassa la soglia, che è anche un punto di non ritorno, per quanto può sapere lui. Dice addio a suo fratello e alla donna che ama con una lieve esitazione e va dietro a un'altra piccola morte, quella che si appresta a procurare, quella di un altro frammento della sua anima, per costruire il se stesso che tutti sono abituati a vedere quando lo guardano.

Ammetto che c'è qualcosa di strano in tutto questo. Se un neofita volenteroso si mettesse a guardare questo episodio, senza aver mai visto nulla prima, avvertirebbe tutto quello che vediamo noi? Io credo di no. La recitazione di Ian Somerhalder appare talmente naturale e, direi, elementare, noncurante, che nessuno penserebbe al dramma che c'è sotto. So bene che il punto è esattamente sapere quel che c'è dietro, quattro stagioni prima di questa e tanti accadimenti e svolte della trama che noi fan (ma questa definizione appare come un eufemismo) conosciamo in ogni sfumatura di espressione e di significato. Ma il paradosso mi appare proprio questo: Damon sembra tornato lieve e scanzonato nella sua crudeltà, occhi di ghiaccio, battute ironiche, nessuna importanza attribuita a nulla. E invece nella mia consapevolezza il personaggio semplicemente giganteggia, quasi più di Spike, perché le sue evoluzioni sono epiche nel dolore, significative tanto più quanto il Bene e il perdono sono potenti sullo sfondo e l'amore è messo alla prova, perché non c'è abisso senza risalita né orrore senza speranza, anche ora, proprio ora che il nemico pare essere il karma.

3 commenti:

  1. Magnifica...
    Aspettavo con ansia la tua analisi e posso dire che ne è valsa proprio la pena.
    Anche se hai fatto il giro largo, sei arrivata dritta al punto in modo preciso, senza sbavature.
    Hai costruito questo percorso fatto dei personaggi che ruotano intorno a Damon. Perché per me, gli episodi Damon-centrici, è a questo che fanno riferimento più che ad una trama che parla di lui: gli altri intorno.
    Da Stefan ad KathElena, Da Caroline a Bonnie passando attraverso Jeremy.
    Damon è il centro di questi personaggi che lo approcciano tutti in maniera diversa ed uguale.
    Diversa perché ognuno ha il proprio carattere, uguale perché lo scopo ultimo è sempre il medesimo: salvarlo.
    Che sia Stefan o Caroline, non conta. Tutti ci tengono affinché nessuno si faccia male, affinché Damon non SI faccia male. Infatti è vero che, se il pericolo che sia lui ad infliggere dolore è forte, è assai più vero che il male più profondo è quello che fa a se stesso.
    La morte di Aaron, lo ammetto, non mi tange più tanto causa personggioinsulso... ma se devo fare quella che usa il cervello, ammetto che è di un innocente che stiamo parlando, al pari di quel Jess morto a causa degli esperimenti di Wes. Damon lo elimina, ma, e ne sono convinta, è stato un passo facile per lui. Nessun legame, nessuna conoscenza, nessuna stima di quel ragazzino con l'espressione da cane bastonato. Sì, certo, era amico di Elena... ma sarà che per me fare a gara con qualcuno su quanti morti conta la mia famiglia, non lo rende automaticamente il mio bff, credo proprio che Aaron sarà l'ultimo dei problemi quando Elena tornerà in sé.
    E non mi riferisco al resto dei pasticci combinati da Damon (anche se compiuti per interposta persona), mi riferisco proprio a Damon e alla sua reazione quando ogni cosa verrà a galla.
    Sarà quello il momento del vero confronto. Per se stesso, più che altro, sarà allora che finalmente il nostro vampiro prenderà realmente atto di chi è e di chi vuole essere.
    Perché ritengo tu abbia centrato una questione assai più importante in questa tua analisi: ogni personaggio, in ogni stagione, ha via-via affrontato se stesso, capendo, attraverso le vicissitudini, chi è e chi vuole essere.
    Ognuno di loro ha affrontato i propri demoni, ha vissuto diverse esperienze e tutti, alla fine, hanno deciso chi essere o, comunque, la strada da intraprendere per esserlo. Tutti meno che Damon.
    Lui ha un'idea di sé che NOI sappiamo non corrispondere al vero. Lui trova più facile farsi odiare che farsi capire, e per lui è più semplice così... ma, di fatto, nonostante in quella 423 abbia fatto un discorso chiaro e preciso su chi era e su chi non sarebbe mai potuto essere, ancora non lo abbiamo visto accettarsi e scegliersi come individuo capace di fare del bene nel male, capace di scegliere ciò che è più giusto da ciò che è più facile.
    Ed ora credo sia questo il fine di questo suo viaggio... o almeno lo spero!
    Grazie di cuore, mi serviva proprio leggerti!
    Baci,
    V.

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  2. Te l'ho detto tante volte ma questa volta davvero nn ho parole..
    Per risponderti a questo commento dovrei riportare dei pezzi scritti date xché è esattamente quello ke penso io.
    Stefan è stato sublime xché x la prima volta ha preso coscienza della situazione e ed è stato onesto. Con se stesso,con Caroline e anke con Elena o cmq quella ke lui crede sia Elena.
    Perché anke in quel discorso finale si racchiude la sua verità. Stefan dice:"The truth is, ever since the first time I noticed you falling for my brother I have been waiting for him to screw something up so badly that you'd hate him. So I've been waiting, and watching him do all these horrible things. And every single time I think that he’s gone too far, he’s there for you. Sometimes in ways better than I ever was. So the truth is, after awhile I just stopped waiting for him to fail because I liked the person that he had become and I don’t want to lose that person." Questo è egoismo. Stefan per la prima volta ammette di nn essere quell'essere così comprensivo ke tutti pensano e ke anke lui x la donna ke ama sa essere egoista. Ma mostra anke l'amore ke ha x il fratello xché nonostante tutto riconosce ke Elena x Damon è stata la salvezza molto più di come lo sia stata x lui.
    E con la frase "lui era li x te,a volte in modi migliori di come sono mai stato io" riconosce l'amore ke lega suo fratello a Elena e viceversa. Riconosce il legame ke si è creato ke lui nn riesce a capire fino in fondo ma ke ne ammette l'innegabile esistenza!!
    Su Kat nn voglio aggiungere niente..sono state già dette troppe cose!!
    Per Damon tu sai sempre usare le parole migliori.. La penso come te su di lui,su questa caduta. Stefan oltre al rapporto Delena riesce a parlare,a comprendere e riconoscere la complessità di suo fratello e lo fa con la persona ke di più insieme a lui ha sempre criticato Damon senza mai provare a capirlo.
    Damon si sta creando una fossa dove seppellire la sua anima. È incredibile quanto voglia distruggersi a emozioni accese. Vuole sentire tutto,la colpa,il disgusto,l'odio,la solitudine,il dolore di aver perso quell'ultima felicità ke aveva creduto di trovare in Elena e in quella famiglia ke in qualche modo si era creata a Mystic Falls.
    Ora nn ci resta ke vedere quanto il Karma ke lo ha colpito inciderà ancora di più su questo percorso di oscurità e quanto il nostro amato vampiro vorrà tirarsene fuori e x ki.
    Un bacione alla prox!!
    Maria

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  3. Grazie Venere e WarriorPrincess del vostro sostegno e apprezzamento, mi ripagate della tensione che certi commenti mi provocano. Confesso che un po' di felicità Delena mi servirebbe proprio! Penso che faccio una capatina su Youtube! :P :D

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