“Siamo sbagliati l'uno per l'altra e non arriveremo mai dove dobbiamo arrivare. Finiremo di nuovo qui dove abbiamo iniziato”. L'ipotesi in base alla quale Elena e Damon si sono lasciati è che finirebbero sempre in un vicolo cieco. Non solo a letto a risolvere nella passione l'impossibilità presunta di collimare come persone, ma appunto anche Damon a reprimersi ed Elena ad allargare le maglie del proprio senso morale pur di perdonarlo.
È come se la loro personale identità fosse messa in pericolo dal loro stesso amore. Noi potremmo pure stare a raccontare loro, caso mai non ne fossero consapevoli, quanta strada hanno fatto dal loro stato iniziale, ma loro non vedono la natura di questa evoluzione, o forse non ne vedono lo scopo. Cioè magari il “dove dobbiamo arrivare” è semplicemente un rapporto di coppia stabile e tranquillo in base a qualche standard predefinito: diciamo che hanno uno schema un po' strettino e stantio, quanto meno, no? L'evoluzione del proprio io appare ai due come uno snaturamento e finché non riconoscono un quadro comune pare loro che ciascuno debba perdere la propria identità in nome dell'altro. Di certo però non sembrano vedere il fine ultimo dell'essere se stessi insieme: una strada alla realtà così com'è. Della serie: quale possa essere un motivo fondante per perdonare se stessi e l'altro da sé e perché non sia opportuno sbarazzarsi degli ostacoli (nemici reali o apparenti) senza pensare prima un attimo alla loro natura di persone.
Ok, tutto questo solo per la prima frase dell'intro. E stiamo a posto.
Il dialogo fra Damon e En£o e la sua chiusa: “Possiamo sempre andare ad ammazzare gente, ma credo che l'origine dei tuoi problemi sia proprio questa”. Il ragazzo cresce nella mia considerazione: focalizza come cosa strana che Damon sia andato alla riunione scuola/famiglia di Jeremy, e ha ragioni da vendere. Il cambiamento in Damon consiste nel fatto che ci tiene a Jeremy e prende sul serio le sue responsabilità. Un'interpretazione diversa invece potrebbe essere quella che si è lasciato addomesticare da Elena. Se l'archetipo è quello del tipico bad boy allora possiamo torcere pure il naso, ma se invece siamo in grado di comprendere – noi, che lo seguiamo da un bel po' di più del ganzo – che Damon è un protettore, che ha sempre vegliato sul fratello, per quanto dichiarasse di odiarlo, che ha guardato le spalle di Elena anche prima di sperare in un qualsiasi contraccambio solo perché ci teneva, e che lo avrebbe voluto fare anche con lui, con Enzo, allora possiamo riconoscere che quest'aspetto del primogenito Salvatore (ma lo sanno gli americani che significa sto cognome, sì?) fa parte della sua natura. Damon sarebbe pronto a una cosa così e lo dimostra la sua espressione quando Jeremy dichiara che se ne va a vivere da Tyler. Ok, ogni tanto lo minaccia di morte, ma sostanzialmente tiene a lui. E la fine: “possiamo andare ad ammazzare gente, ma questo è il problema”. È intelligente!! è proprio quello il problema: il senso di quello che si fa, la domanda su di esso, che indica una crescita in una persona istintiva, che sia un ragazzino, un uomo pronto finalmente a mettere su famiglia o un vampiro scapestrato e senza piani di dominio del mondo.
“Un abbraccio, una tenerezza, una passione per la loro vita che li fa diventare veramente se stessi” questa citazione, trovata in giro, mi ha fatto pensare a lui. Non è che Damon debba cambiare per piacere a Elena, è che la presenza stessa di quella persona gli ha fatto ricordare la parte migliore di sé, quella che vuole “avere cura” e che quell'abbraccio gli ha fatto desiderare di ritrovare appieno se stesso, ma il processo deve essere individuale, come quando Spike andò da solo a soffrire per riprendersi l'anima. Non è l'altro che ti risolve il problema, l'altro, con la sua stessa esistenza, a volte, si limita a fartelo nascere, poi sono cazzi tuoi.
“Vuoi perdere di nuovo o possiamo passare alla fase due di Damon senza Elena?” chiede En£o all'amico che proprio non è concentrato a giocare a biliardo. Il sottile suggerimento è che Elena e l'amore per lei rendano Damon “week”, debole, un perdente. Mentre andare in giro a uccidere gente pare debba rendere forti, invincibili, o almeno dà questa sensazione. Si rafforza l'equazione amore = debolezza, crudeltà = forza. Riuscirà la visione morale di Elena & Co., probabilmente basata su fondamenta fragili, a resistere a una persistente e invasiva visione culturale come questa?
No, non mi piacciono Elena e Damon che riducono l'incredibile tensione che si sprigiona quando si vedono a una questione sensuale. O sesso o amicizia? Mi sembrano schemi pigiati sulla realtà per ridurla, parlando ancora di standard predefiniti. Mi auguro veramente che questo sia un escamotage, non gradito da me, è ovvio, per tirare la molla all'indietro per poi, attraverso una qualche tragedia, farla scattare in avanti. In fondo c'è un'altra stagione da riempire. Meno male e purtroppo.
En£o e Caroline: tanto i due di prima sono prevedibili, tanto questi non lo sono, infatti inopinatamente è il nuovo arrivato ad aprire uno scorcio d'azzurro riguardo all'amore. Che non è necessariamente solo amicizia o sesso, attrazione insomma, ma anche una profonda gratitudine per chi ha saputo donare la speranza. En£o vuole trovare Maggie perché le deve la vita e ha bisogno di guardarla negli occhi, e Caro si intenerisce.
Damon che suggerisce a Elena che se l'universo vuole che lei e Stefan stiano insieme, dovrebbero forse davvero stare insieme, beh, l'ho trovato forzato. “Eravate davvero felici?” Di nuovo la tentazione è quella di pensare che fra loro sia stato tutto uno sbaglio. Perdonate una notazione certo inopportuna da parte mia, dato che troppo se ne è parlato, però, dai, me la tirano sta cosa: ma Nian e Delena? L'universo (l'universo? O Julie Plec o Caroline Dries) non è forse altrettanto crudele a far interpretare questa parte a Ian Somerhalder e Nina Dobrev che si sono lasciati non così tanto tempo fa? Amici? Certo. Stanno utilizzando certamente le loro emozioni per recitare meglio. Sic.
Damon: “Guardo le stelle e ascolto l'universo che ride di me”. Quante volte l'abbiamo visto guardare in alto? Preferisco ricordare quelle in cui la consapevolezza di aver “ottenuto la ragazza” e di immaginare da qualche parte il sorriso complice di Alaric gli illuminavano gli occhi e gli sollevavano l'angolo delle labbra. Eppure non sta sclerando, è una specie di domanda, c'è la certezza che qualcosa c'è, nonostante tutto.
Elena dice “Sono solo visioni, non è reale” e lo sguardo di Damon offre per un istante quel lieve vibrare di una felicità che non si può dimenticare una volta assaggiata. Poi la visione fra Elena e Stefan. Sarebbe potuta essere reale? Se Stefan non fosse stato un vampiro, se Elena non fosse stato l'epicentro magico di Mystic Falls quei due sarebbero stati felici? Certo che sì. Io ci credo. Stefan ed Elena sono, sarebbero naturalmente disposti a star bene insieme. Ma Damon Salvatore esiste, è la libertà incontrollabile di quest'universo irreggimentato dalla ybris delle streghe, dei vampiri, dei licantropi e roba varia. Elena Gilbert, con quel suo sottile e costante e a lungo contrastato desiderio inquieto di una felicità che sia folle, esiste e ora è quello che è.
Si possono amare due persone? Anche se in modo diverso? sì. Trovare il modo giusto per amare, quello vero, quello che scava fin nel profondo, non è facilissimo, e non ci siamo ancora. Sembra ancora solo una promessa.
Kol? Vicky? Che ci siano o non ci siano mi sembra uguale, in verità, ma suppongo servano a rendere “personaggio” l'altro lato, quello che ora è in pericolo. Un modo opinabile di fare unità fra trame antiche e trame nuove, ma comunque, meglio di una botta in testa. Mi è piaciuto molto comunque Kol che supplica Matt di trovare una soluzione: un po' come la livella di Totò, davanti all'urgere dell'aldilà sconosciuto, il potente Originario dipende dall'umanissimo cameriere.
Stefan ed Elena: l'incantesimo era per permettere che loro si unissero per i fini dei Viaggiatori. Il desiderio del vero amore, più che l'amore. Un'illusione, allora? Una maledizione questo desiderare la felicità trovando la persona giusta? Ci trovo non poca crudeltà in questa svolta narrativa. Al di là della situazione specifica, non è terribilmente metaforico? Desiderare che tutto il male non sia avvenuto, di non aver perso nessuno, che non ci fossero nemici implacabili, tragiche fatalità e Katherine, e Ketsjah, e Silas e tutti quelli che volete voi... volere una vita normale e un rapporto stabile e le piccoli questioni familiari: Stefan ed Elena sembra vogliano farci valorizzare quelle cose che noi a volte abbiamo già e che ci sembrano così banali. Ma come col cane di Pavlov i due sono stati condizionati, sono vittime di un esperimento che li ha usati come cavie. “L'universo è Markos” vuol dire, come pensava anche Giacomo Leopardi, che una Natura matrigna ci mette in cuore un desiderio di felicità destinato a non avverarsi mai? Oppure che culturalmente immaginiamo lo stare insieme dettato da certi status fissi, schemi facili, replicabili, ma tutto sommato castranti? E invece la realtà è un'altra cosa, spesso dolorosa e varia, e risponde alle nostre domande in modo machiavellicamente opposto a quel che vorremmo, ma a volte più esaltante.
La risposta arriva dopo, quando Stefan, rilevando la differenza fra quello che c'è fra lui ed Elena e quello che c'è fra lei e Damon, separa amicizia e innamoramento. “Friend or in love with” questo il discrimine. Come se S. ed E. avessero vissuto quel che c'era da vivere e fossero andati oltre, invece D. ed E. ancora no. “In love” vorrà dire che la cosa è in fieri, sta avvenendo ora, il desiderio – non solo fisico – dell'altro è inesausto. Però potrebbe arrivare il momento che anche questo stadio volga al termine. Ma allora?
Personalmente credo che l'amore eterno esista solo grazie a un intervento dall'alto. Ho letto su facebook una di quelle innumerevoli battute con immagine melensa, che girano, ma questa era davvero bella. La domanda era a due vecchietti decrepiti, una coppia, che rispondevano alla domanda su come avevano fatto a restare insieme per tanti anni e quelli rispondevano più o meno così: “Apparteniamo a un'epoca in cui le cose si riparavano, non si buttavano”. Dunque come fai a restare con quella persona? A non farti vincere dalle circostanze varie ed eventuali che scoraggino la faccenda? Tanto ce ne saranno, sicuro! Il fatto che aggiusti la brocca rotta sistema tutto? Oppure c'è il modo di coltivare la fiammella viva e potente nel tempo, di persistere, di non farsi travolgere né da un fugace ardere, né dalla noia del tempo che passa? Essere “in love” sempre.
“Real” è stata la parola chiave di questo episodio e bellissimi video fanmade hanno sottolineato quanto Damon ed Elena siano stati concretamente presenti l'uno per l'altra lungo tutte le stagioni, nell'odio, nell'amore, sempre in rapporto. E ora...
È come se la loro personale identità fosse messa in pericolo dal loro stesso amore. Noi potremmo pure stare a raccontare loro, caso mai non ne fossero consapevoli, quanta strada hanno fatto dal loro stato iniziale, ma loro non vedono la natura di questa evoluzione, o forse non ne vedono lo scopo. Cioè magari il “dove dobbiamo arrivare” è semplicemente un rapporto di coppia stabile e tranquillo in base a qualche standard predefinito: diciamo che hanno uno schema un po' strettino e stantio, quanto meno, no? L'evoluzione del proprio io appare ai due come uno snaturamento e finché non riconoscono un quadro comune pare loro che ciascuno debba perdere la propria identità in nome dell'altro. Di certo però non sembrano vedere il fine ultimo dell'essere se stessi insieme: una strada alla realtà così com'è. Della serie: quale possa essere un motivo fondante per perdonare se stessi e l'altro da sé e perché non sia opportuno sbarazzarsi degli ostacoli (nemici reali o apparenti) senza pensare prima un attimo alla loro natura di persone.
Ok, tutto questo solo per la prima frase dell'intro. E stiamo a posto.
Il dialogo fra Damon e En£o e la sua chiusa: “Possiamo sempre andare ad ammazzare gente, ma credo che l'origine dei tuoi problemi sia proprio questa”. Il ragazzo cresce nella mia considerazione: focalizza come cosa strana che Damon sia andato alla riunione scuola/famiglia di Jeremy, e ha ragioni da vendere. Il cambiamento in Damon consiste nel fatto che ci tiene a Jeremy e prende sul serio le sue responsabilità. Un'interpretazione diversa invece potrebbe essere quella che si è lasciato addomesticare da Elena. Se l'archetipo è quello del tipico bad boy allora possiamo torcere pure il naso, ma se invece siamo in grado di comprendere – noi, che lo seguiamo da un bel po' di più del ganzo – che Damon è un protettore, che ha sempre vegliato sul fratello, per quanto dichiarasse di odiarlo, che ha guardato le spalle di Elena anche prima di sperare in un qualsiasi contraccambio solo perché ci teneva, e che lo avrebbe voluto fare anche con lui, con Enzo, allora possiamo riconoscere che quest'aspetto del primogenito Salvatore (ma lo sanno gli americani che significa sto cognome, sì?) fa parte della sua natura. Damon sarebbe pronto a una cosa così e lo dimostra la sua espressione quando Jeremy dichiara che se ne va a vivere da Tyler. Ok, ogni tanto lo minaccia di morte, ma sostanzialmente tiene a lui. E la fine: “possiamo andare ad ammazzare gente, ma questo è il problema”. È intelligente!! è proprio quello il problema: il senso di quello che si fa, la domanda su di esso, che indica una crescita in una persona istintiva, che sia un ragazzino, un uomo pronto finalmente a mettere su famiglia o un vampiro scapestrato e senza piani di dominio del mondo.
“Un abbraccio, una tenerezza, una passione per la loro vita che li fa diventare veramente se stessi” questa citazione, trovata in giro, mi ha fatto pensare a lui. Non è che Damon debba cambiare per piacere a Elena, è che la presenza stessa di quella persona gli ha fatto ricordare la parte migliore di sé, quella che vuole “avere cura” e che quell'abbraccio gli ha fatto desiderare di ritrovare appieno se stesso, ma il processo deve essere individuale, come quando Spike andò da solo a soffrire per riprendersi l'anima. Non è l'altro che ti risolve il problema, l'altro, con la sua stessa esistenza, a volte, si limita a fartelo nascere, poi sono cazzi tuoi.
“Vuoi perdere di nuovo o possiamo passare alla fase due di Damon senza Elena?” chiede En£o all'amico che proprio non è concentrato a giocare a biliardo. Il sottile suggerimento è che Elena e l'amore per lei rendano Damon “week”, debole, un perdente. Mentre andare in giro a uccidere gente pare debba rendere forti, invincibili, o almeno dà questa sensazione. Si rafforza l'equazione amore = debolezza, crudeltà = forza. Riuscirà la visione morale di Elena & Co., probabilmente basata su fondamenta fragili, a resistere a una persistente e invasiva visione culturale come questa?
No, non mi piacciono Elena e Damon che riducono l'incredibile tensione che si sprigiona quando si vedono a una questione sensuale. O sesso o amicizia? Mi sembrano schemi pigiati sulla realtà per ridurla, parlando ancora di standard predefiniti. Mi auguro veramente che questo sia un escamotage, non gradito da me, è ovvio, per tirare la molla all'indietro per poi, attraverso una qualche tragedia, farla scattare in avanti. In fondo c'è un'altra stagione da riempire. Meno male e purtroppo.
En£o e Caroline: tanto i due di prima sono prevedibili, tanto questi non lo sono, infatti inopinatamente è il nuovo arrivato ad aprire uno scorcio d'azzurro riguardo all'amore. Che non è necessariamente solo amicizia o sesso, attrazione insomma, ma anche una profonda gratitudine per chi ha saputo donare la speranza. En£o vuole trovare Maggie perché le deve la vita e ha bisogno di guardarla negli occhi, e Caro si intenerisce.
Damon che suggerisce a Elena che se l'universo vuole che lei e Stefan stiano insieme, dovrebbero forse davvero stare insieme, beh, l'ho trovato forzato. “Eravate davvero felici?” Di nuovo la tentazione è quella di pensare che fra loro sia stato tutto uno sbaglio. Perdonate una notazione certo inopportuna da parte mia, dato che troppo se ne è parlato, però, dai, me la tirano sta cosa: ma Nian e Delena? L'universo (l'universo? O Julie Plec o Caroline Dries) non è forse altrettanto crudele a far interpretare questa parte a Ian Somerhalder e Nina Dobrev che si sono lasciati non così tanto tempo fa? Amici? Certo. Stanno utilizzando certamente le loro emozioni per recitare meglio. Sic.
Damon: “Guardo le stelle e ascolto l'universo che ride di me”. Quante volte l'abbiamo visto guardare in alto? Preferisco ricordare quelle in cui la consapevolezza di aver “ottenuto la ragazza” e di immaginare da qualche parte il sorriso complice di Alaric gli illuminavano gli occhi e gli sollevavano l'angolo delle labbra. Eppure non sta sclerando, è una specie di domanda, c'è la certezza che qualcosa c'è, nonostante tutto.
Elena dice “Sono solo visioni, non è reale” e lo sguardo di Damon offre per un istante quel lieve vibrare di una felicità che non si può dimenticare una volta assaggiata. Poi la visione fra Elena e Stefan. Sarebbe potuta essere reale? Se Stefan non fosse stato un vampiro, se Elena non fosse stato l'epicentro magico di Mystic Falls quei due sarebbero stati felici? Certo che sì. Io ci credo. Stefan ed Elena sono, sarebbero naturalmente disposti a star bene insieme. Ma Damon Salvatore esiste, è la libertà incontrollabile di quest'universo irreggimentato dalla ybris delle streghe, dei vampiri, dei licantropi e roba varia. Elena Gilbert, con quel suo sottile e costante e a lungo contrastato desiderio inquieto di una felicità che sia folle, esiste e ora è quello che è.
Si possono amare due persone? Anche se in modo diverso? sì. Trovare il modo giusto per amare, quello vero, quello che scava fin nel profondo, non è facilissimo, e non ci siamo ancora. Sembra ancora solo una promessa.
Kol? Vicky? Che ci siano o non ci siano mi sembra uguale, in verità, ma suppongo servano a rendere “personaggio” l'altro lato, quello che ora è in pericolo. Un modo opinabile di fare unità fra trame antiche e trame nuove, ma comunque, meglio di una botta in testa. Mi è piaciuto molto comunque Kol che supplica Matt di trovare una soluzione: un po' come la livella di Totò, davanti all'urgere dell'aldilà sconosciuto, il potente Originario dipende dall'umanissimo cameriere.
Stefan ed Elena: l'incantesimo era per permettere che loro si unissero per i fini dei Viaggiatori. Il desiderio del vero amore, più che l'amore. Un'illusione, allora? Una maledizione questo desiderare la felicità trovando la persona giusta? Ci trovo non poca crudeltà in questa svolta narrativa. Al di là della situazione specifica, non è terribilmente metaforico? Desiderare che tutto il male non sia avvenuto, di non aver perso nessuno, che non ci fossero nemici implacabili, tragiche fatalità e Katherine, e Ketsjah, e Silas e tutti quelli che volete voi... volere una vita normale e un rapporto stabile e le piccoli questioni familiari: Stefan ed Elena sembra vogliano farci valorizzare quelle cose che noi a volte abbiamo già e che ci sembrano così banali. Ma come col cane di Pavlov i due sono stati condizionati, sono vittime di un esperimento che li ha usati come cavie. “L'universo è Markos” vuol dire, come pensava anche Giacomo Leopardi, che una Natura matrigna ci mette in cuore un desiderio di felicità destinato a non avverarsi mai? Oppure che culturalmente immaginiamo lo stare insieme dettato da certi status fissi, schemi facili, replicabili, ma tutto sommato castranti? E invece la realtà è un'altra cosa, spesso dolorosa e varia, e risponde alle nostre domande in modo machiavellicamente opposto a quel che vorremmo, ma a volte più esaltante.
Stefan: “Ma sai, la vita che abbiamo avuto, è stata comunque meravigliosa, e non è stata frutto di un incantesimo o di una profezia, era reale. Ci siamo innamorati e basta. Abbiamo avuto alti e bassi,I subbers avevano tradotto “sarai sempre nel mio cuore”, eppure l'amore è amore.
abbiamo litigato”.
Elena: “Sono morta.”
Stefan: “Già. Siamo cambiati, tutti e due. Siamo cresciuti, e ci siamo allontanati, ma questo è reale. È la vita. (…) Ti amerò sempre, Elena”.
La risposta arriva dopo, quando Stefan, rilevando la differenza fra quello che c'è fra lui ed Elena e quello che c'è fra lei e Damon, separa amicizia e innamoramento. “Friend or in love with” questo il discrimine. Come se S. ed E. avessero vissuto quel che c'era da vivere e fossero andati oltre, invece D. ed E. ancora no. “In love” vorrà dire che la cosa è in fieri, sta avvenendo ora, il desiderio – non solo fisico – dell'altro è inesausto. Però potrebbe arrivare il momento che anche questo stadio volga al termine. Ma allora?
Personalmente credo che l'amore eterno esista solo grazie a un intervento dall'alto. Ho letto su facebook una di quelle innumerevoli battute con immagine melensa, che girano, ma questa era davvero bella. La domanda era a due vecchietti decrepiti, una coppia, che rispondevano alla domanda su come avevano fatto a restare insieme per tanti anni e quelli rispondevano più o meno così: “Apparteniamo a un'epoca in cui le cose si riparavano, non si buttavano”. Dunque come fai a restare con quella persona? A non farti vincere dalle circostanze varie ed eventuali che scoraggino la faccenda? Tanto ce ne saranno, sicuro! Il fatto che aggiusti la brocca rotta sistema tutto? Oppure c'è il modo di coltivare la fiammella viva e potente nel tempo, di persistere, di non farsi travolgere né da un fugace ardere, né dalla noia del tempo che passa? Essere “in love” sempre.
“Real” è stata la parola chiave di questo episodio e bellissimi video fanmade hanno sottolineato quanto Damon ed Elena siano stati concretamente presenti l'uno per l'altra lungo tutte le stagioni, nell'odio, nell'amore, sempre in rapporto. E ora...
“No, Elena. Non posso essere tuo amico. E' troppo dura.Che può succedere ora?
- Damon...
- No, sono serio, Elena. Non posso più vederti. Non voglio sentire la tua voce, non voglio parlarti,
non voglio nemmeno guardarti. E sono dannatamente sicuro di non voler essere tuo amico”.
Finalemente!non vedevo l'ora di leggere i tuoi commenti!
RispondiEliminacome sempre mi trovo d'accordo con te...
ho trovato anche io un po forzato damon che suggerisce a elena di tornare con stefan..
really? io veramente capisco che le visioni dovevano creare un po di tensione tra i due ma cosi è troppo... insomma non ha fatto altro che dire tutta la puntata.. devi stare con stefan... io e te era destino che ci mollassimo.. non avrebbe mai funzionato... io e te non andiamo bene insieme! ma insomma! volevo andare li è dargli due sberle! sono solo delle stupide visioni... non è normale che per questo ti prende tutto questo pessimismo! schopenhauer non è nulla a confronto con te caro il mio damon! XD
dove è finito il damon che dice '' non mi faccio dire da nessuno come vivere la mia vita e chi amare, ne dall'universo ne da una strega pazza!XD
adesso seriamente.. sembra davvero che nella relazione tra elena e damon non ci sia nulla di positivo.. nulla di buono! è tutto uno sbaglio! è ovvio che non è cosi! anzi!
il punto è chiaro .. damon ancora non vede il buono che ha in lui o non crede sia abbastanza, non crede di potergli donare quella felicità effimera, illusoria presentata dalle visioni che pensa possa dargli invece stefan e non vede quanto di buono e bello ha dato invece lui ad elena! io credo che il suo cammino è ancora lungo e credo che prima o poi riuscirà a vederlo anche lui, a capirlo quanto elena sia letteralmente bisognosa di lui come non lo è mai stata di/con stefan!
perchè stefan ha ragione... come elena ha ragione a dire... ''si era una vita meravigliosa.. quella che ho sempre sognato BUT....'' c'è quel ma che fa tutta la differenza.. perchè e ti cito
''E invece la realtà è un'altra cosa, spesso dolorosa e varia, e risponde alle nostre domande in modo machiavellicamente opposto a quel che vorremmo, ma a volte più esaltante.''
poi ancora...
quando vidi la prima volta la puntata confesso che rimasi molto colpita dalle parole di damon nel finale quel ''non VOGLIO'' ... ho davvero creduto che fosse un po' eccessivo.... insomma ho pensato ''cattivo damon, ma che cavolo dici?'' e invece poi a mente fredda rivedendo l'episodio ho riflettuto... e in realtà quelle parole sono giuste e sbagliate allo stesso tempo... sbagliate perchè non porta a nulla chiudere cosi.. non vedere parlare con elena è la soluzione? e damon riuscirà davvero a mantenere la parola?(al di là di viaggiatori con intenti poco rassicuranti) no, non è la soluzione e no, non ci riuscirà ho pensato ( e la 5x20 me lo ha confermato XD)
il problema di damon ed elena è proprio riuscire a stare insieme nel modo giusto! amarsi nel modo giusto e non ovviamente secondo regole o schemi dettati dalla società! gestire ciò che ora sembra ingestibile... e quindi entrambi cercano la scappatoia.. elena chiede a damon di essergli amica perchè ancora non riesce ad andare avanti senza sapere di averlo accanto e damon invece ..che lui le mezze misure e le ipocrisie non le ama..sceglie la scelta drastica! però è anche giusto come ho detto.... perchè forse l'ho gia detto, non ricordo, ma sembrano davvero come sbandati, che non sanno che fare, che pesci prendere: we are bad for each other, we are toxic, poi vanno a letto insieme, è stato un errore, continuiamo a fare errori, I need to let me go, rimaniamo amici, non voglio più vederti!
insomma è chiara la confusione che hanno... è chiaro che nonostante siano consapevoli dei problemi che hanno e dei innumerevoli perchè non possano stare insieme ora eppure non riescono a lasciar andare l'altro.. ecco perchè il taglio netto di Damon in questo senso è giusto! perchè altrimenti avrebbero continuato con questo tira e molla per altre 20 puntate!!
ancora complimenti.. bellissima e azzeccatissima l'accostamento markos/universo con la natura matrigna di leopardi... come sempre offri spunti di riflessioni sempre interessanti!
<3
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