Ecco a voi il mio commento su The Vampire Diaries 3x07, già pubblicato al tempo dell'uscita negli USA, su TVD Italia. Per i nostalgici, come me, e per chi l'episodio l'ha aspettato in Italiano. Enjoy!
Ah! dimenticavo... Fatemi sapere cosa ne pensate!!
Ok, forse sono controcorrente, ma a
me quest'episodio piace, forse perchè ho bisogno che mi siano chiare
le categorie generali del gioco e a volte certi aspetti sono più
necessari dei singoli momenti ganasce a terra che The Vampire Diaries
così spesso ci elargisce.
Prima di entrare nel merito, però, tre
momenti per me impagabili.
Sarà vero che Damon è piuttosto
spiccio quando chiede a Bonnie di sistemare la faccenda perché si
aspetta che "quando uccide qualcuno questo rimanga morto",
però mi fa morire. “Blondie”? “Witchie”? Delizioso. E indica
qualcosa, ci ricorda che ha rapporti e, nonostante il tono, non
pretende, sta chiedendo. Prima avrebbe usato la forza per ottenere il
suo fine. E in fondo ha motivi di essere un po' nero dopo quello che
gli è successo. E Caroline nervosa perché è in un posto pieno di
ragnatele, dove imperversavano gli spiriti di cento streghe morte?
Non torneranno? “Hanno fatto giurin giurello?” sei un vampiro,
ragazza, in teoria non dovresti avere paura di nulla... ma è sempre
Caroline, e fornisce momenti di umorismo adorabili. E poi, quando è
lei sola davanti a tre vampiri di sicuro più forti di lei? Non esita
un attimo per salvare sua "suocera", è letteralmente una
supereroina: decisa, coraggiosa e responsabile anche a motivare
Bonnie.
Poi la risata di Mason Lockwood davanti
alle ridicole scuse di Damon e, infine, il sorriso di quest'ultimo
quando alla fine è proprio costretto a estorcere il perdono di
Alaric e davvero ci spera: espressioni fanciullesche e momenti dolci
e virili al tempo stesso. Se questa è la bromance, proprio mi piace!
Ma parliamo del tema di fondo di questa
strana puntata, che a mio parere è enunciato dal temporaneamente
tangibile Mason: la "redenzione", che necessariamente si
coniuga col bene e col male. Se potete, cercate di seguire il filo
forse un tantino contorto del mio ragionamento.
Cosa aveva fatto deviare Mason?
L'attaccamento a Katherine, giusto? E ora che gli è data una
possibilità di interagire di nuovo con i vivi che fa? Deve scegliere
se rimanere sulla vendetta o no, e sceglie di no, anche se un po' si
diverte col suo assassino. Chiede le scuse di Damon – da non
crederci, in effetti - e agisce per il bene di qualcuno, per
sconfiggere Klaus al fine di salvare Tyler. E i vampiri di Mystic
Falls a cui vien data l'occasione di tornare? Ecco l'ennesima
rievocazione: la notte dell'Illuminazione, accompagnata dal commento
di Anna che riporta un po' di verità storica (gli abitanti della
ridente cittadina si sono liberati dei vampiri, ma si sono anche
arricchiti notevolmente con i loro beni) ha il fine di mostrare la
scelta dei defunti vampiri della cripta; questi si vendicano dei
discendenti di quei cittadini e della città stessa che li ha
rinchiusi a languire per secoli, nella persona di Tobias Fell. Tutta
questione di scelte. Diciamola la parola: di scelte morali.
Stefan. Parliamo di lui... è il
profilo che più mi incuriosisce, perché... com'è Stefan cattivo? A
parte quando non ha sete di sangue e di squartamenti? Che tipo è?
Per lui le scelte morali vengono collegate all'aver spento le
emozioni, come una volta faceva Damon. “Turn it off!” gridava
Klaus. Stefan autovincolatosi all'ibrido (il solito martire
insopportabile) succhiava e uccideva squartando, ma l'amore per Elena
lo faceva sentire in colpa: in questo consisteva non aver spento le
emozioni. Assecondava i suoi impulsi da ripper come una liberazione,
ma manteneva in sé un nocciolo dolorante per quello che faceva
(ricomponeva i cadaveri) a causa dell'emozione/amore per la sua
ragazza. E questo gli impediva di seguire in tutto Klaus. Ora non ha
più remore: è sereno nella sua cattiveria, quasi pacato, perché
non gli importa. Quindi, riassumendo, o hai gli affetti sbagliati
(amore di malo obietto, avrebbe detto Dante Alighieri): ami qualcuno
che ti porta a compiere cattive azioni, ami il male degli altri, cioè
la vendetta, oppure, freddamente, non ami affatto (il ghiaccio del
lago di Cocito dove è infisso Lucifero, il contrario della fiamma
d'amore). L'amore vero per qualcuno ti conduce al bene. Mason ha
affetto per il nipote e, sia pure un po' in ritardo, cerca di
dimostrarlo.
E Anna? Che condizione è la sua? L'altro lato. Dice a
Geremy però che non tutti stanno lì, alcuni sono in pace. Cosa la
trattiene? Geremy. Una serie di telefilm mistery e forse qualche tipo
di religione new age dicono che sia qualcosa di irrisolto a
trattenere i defunti. Per Anna è il sentimento per Geremy che, oltre
ad averla trasformata in una ragazzina dolce, da tipa tosta che si
era dimostrata agli inizi, l'ha fatta rimanere in un limbo, una
trappola tra due mondi, in una sorta di fissità monomaniaca che
somiglia invece proprio a quella dei dannati dell'Inferno di Dante.
Così anche i vampiri vendicativi che,
avendone la possibilità, continuano a perseguire la vendetta.
Quando la solitudine di Anna si
sblocca? Quando lascia andare Geremy e sacrifica se stessa - amore
VERO per un altro, non bisogno venato di egoismo - facendo una scelta
dolorosa: ancora scelte. Per questo poi si sblocca e supera il suo
limbo personale di solitudine e incontra la madre, nella forma più
simile all'immagine di paradiso che una società laica come ormai la
nostra possa concepire: il ricongiungimento amoroso con i propri
cari.
Nell'episodio la cosa passa per una faccenda di probabilità:
se tornano i vampiri della cripta a Mystic Falls allora può tornare
mamma Pearl: ecco perchè Anna ruba la collana, per ritardare
l'incantesimo e avere il tempo di trovarla; però la successione
degli avvenimenti non può non far pensare a una conseguenzialità
causa/effetto: libera Geremy QUINDI trova la madre.
Lexie e la nonna di Bonnie hanno amato
e per amore continuano a scegliere e ad agire.
Ecco qui: il Bene e il Male senza personalizzazioni, senza Dio e il Diavolo. Del resto quando in Supernatural gli sceneggiatori hanno osato la personificazione, le Entità sono divenute un po' delle macchiette, perdendo la loro grandezza. Eppure mi sembra un di meno, dato che un Dio personale, nel senso di un'identità e un amore precisi e circostanziati dai fatti, sono molto più umani e rispondenti ai desideri umani dei principi generali di Bene e Male che pure la nostra ragione può concepire.
Ma torniamo ai nostri eroi, soprattutto
per due aspetti: 1° che cosa vuol dire per Stefan ritrovare le sue
emozioni e quindi la fonte della moralità, in base alla teoria e
alla prassi di Lexie? E, 2°, che vuol dire per Damon ritornare,
senza costrizioni esterne – leggi schemi di Elena su come dovrebbe
comportarsi -, sulla strada di una moralità probabile, che faccia di
lui un uomo più vero e non un manichino che segue semplicemente
delle regole e, cioè per esempio, la smetta di uccidere il suo
migliore amico?
“Sei incapace di provare rimorso?
Chiedi scusa!” dice Rick a Damon quando Mason, chiarendo che è lì
per aiutare Tyler e non per vendicarsi, chiede a Damon scuse formali
per averlo torturato e ucciso (l'ho già detto che The Vampire
Diaries mi fa morire??).
Noi, ed Elena, sappiamo che Damon è
capace di provare rimorso e anche di chiedere scusa dato che ha
chiesto perdono per quello che aveva fatto a lei, ma anche a Stefan –
era in punto di morte! -, ma chiedere scusa, accettare le conseguenze
negative delle proprie azioni, farne ammenda è da adulti, e da
adulti MORALI. E lui, che teorizza sia necessario compiere azioni
anche sbagliate per giusti fini (il suo interesse per esempio o
quello di chi ama – far bere sangue di vampiro a Elena per evitare
di perderla per sempre), dice di aver sbagliato nel giudicare
necessarie alcune cose, come uccidere Mason. Tutto qui, un errore di
giudizio, un'errata applicazione della ragione, ecco tutto... secondo
lui. Fredda razionalità. "Il fine giustifica i mezzi"
versione Damon Salvatore? Mason ride, probabilmente perchè sa che
non è così, ma è tollerante e ilare: gli basta.
"Quando sarà abbastanza debole,
fagli provare dolore, qualsiasi cosa, rabbia, furore. Dovrai fargli
vedere oltre il sangue" dice Lexie a Elena. Cosa è questo,
esistenzialmente parlando? Il sangue sembra costituire l'oggetto
unico del desiderio, ciò che soddisfa Stefan sommamente. Non era
l'unico oggetto finchè l'amore per e di Elena non aveva soppiantato
il sangue, ora che quell'emozione - sentimento, come lo vogliamo
chiamare? - è spenta, l'unico surrogato di felicità è il sangue
ottenuto mediante squartamento. Stefan è nel limbo delle fissazioni
monomaniache pur non essendo (definitivamente) morto. Questo è il
suo inferno in terra. Non vede altro al di fuori, così come i
vampiri di Mystic Falls non vedono oltre la vendetta, così come Anna
non vedeva oltre l'attaccamento a Geremy. Quindi "poter vedere
oltre" l'oggetto errato del proprio desiderio vuol dire essere
liberi, liberi di fare il bene che giova a sè stessi e agli altri:
Mason che preferisce il bene di Tyler alla vendetta su Damon, la
nonna che preferisce il bene di Bonnie e del suo piano esistenziale
piuttosto che la vendetta sui vampiri in generale. Chi blocca la
possibilità di essere felice su una certa cosa da lui stabilita a
priori si condanna all'inferno. Stefan finchè c'è carne umana in
giro sta al sicuro, ma continuerà a uccidere, perchè il sangue non
lo soddisfa mai del tutto, perchè ovviamente non è solo una
questione di nutrimento.
Perchè questa puntata era necessaria,
nonostante non abbia soddisfatto molti? Perchè, a mio parere, c'era
un blocco per smuovere il quale bisognava chiarire il sistema di
riferimento. Mi spiego.
Damon si arrabbia con Elena perchè
rifiuta di essere "cambiato" ridotto a uno schema. Quando
lei avanza l'ipotesi che un po' di verbena nelle tubature (idea del
padre di Caroline) potrebbe essere una buona cosa così Damon non
sarebbe tentato di uccidere ancora qualcuno, lui si rivolta. "Vuoi
un altro Stefan" accusa. Infatti la domanda che dovremmo porci è
"chi dovrebbe diventare Damon?" Diciamocelo: il dualismo
buono/cattivo è troppo appiattito sul noioso/figo.
"Tu parli tanto, ma so che faresti
qualsiasi cosa per tuo fratello" dice Mason a Damon. Già dunque
sappiamo che il nucleo di positività per il maggiore dei Salvatore è
l'amore che prova per il fratello, e per Elena naturalmente. Il
percorso era iniziato alla fine della prima stagione quando si era
sorpreso a salvare la città perchè Elena aveva cercato di salvarlo,
in quanto aveva intravisto il bene in lui.
Emozioni=sentimenti=giudizi di valore=scelte non egoistiche.
"Ti ho ucciso. Ho infilato il
pugno nel tuo torace. Ti ho strappato il cuore." Qui è il mio
cuore ad aver fibrillato, perchè questo ripercorrere il male
compiuto da parte di Damon è stata la cosa più simile al
riconoscimento del proprio peccato: molto più valida come richiesta
di scuse di quel rinsecchito razionalizzare i propri errori tattici
di prima. In un'altra occasione soffrire gli aveva fatto riconoscere
il proprio male: in punto di morte con Elena. Aveva compreso che
aveva sbagliato a perseguitare Stefan per tanto tempo, era lui che
aveva scelto di cadere nella rete di Kathrine, non era stata colpa
del fratello. Quindi il dolore porta alla chiarezza? Oppure ci vuole
un altro, lì davanti a te, che ti perdona? Elena che raccoglieva la
sua confessione, Mason che, pur essendo stato ucciso da lui, lo
salva?
A questo punto torniamo un attimo a Stefan e alla tortura di Lexie: è la tortura - dosi massicce di dolore inflitto – o il fatto che lì davanti hai qualcuno che ti sta comunque amando? Che vuole il tuo bene, Lexie e poi Elena?
A questo punto torniamo un attimo a Stefan e alla tortura di Lexie: è la tortura - dosi massicce di dolore inflitto – o il fatto che lì davanti hai qualcuno che ti sta comunque amando? Che vuole il tuo bene, Lexie e poi Elena?
Ma, aspetta, dov'è che ho sentito
parlare di dolore e qualcuno che ti perdoni? Ah, sì! Nella
confessione cristiana. Il dolore del proprio male – la contrizione
(parola che fa pensare al frantumarsi di sassi) e il perdono di un
altro – il prete, figura di Cristo – consentono la redenzione.
"Redemption" la parola pronunciata da Mason Lockwood. C'è
un'altra condizione – urge un ripasso del catechismo – rimediare
per quanto si può al proprio male: quello che fa lo zio Mason
cercando di aiutare Tyler, quello che fa Anna riportando la collana e
accettando dolorosamente di lasciare andare Geremy, quello che deve
imparare a fare Damon per quanto costi terribilmente al suo orgoglio.
Non un riconoscimento razionale di un errore tattico, ma dolore per
l'affetto deluso.
Non è che Elena debba volere un Damon
riformato e stile Stefan; non è che Damon debba rientrare nello
schema moralistico che trova poco stilish; il bene e il male
c'entrano con l'amore a qualcuno. Amore vero, capace di sacrificio,
capace di guardare oltre il proprio immediato interesse. Chi davvero
soffre per il male compiuto, e chiede scusa e perdono, può trovare
pace. E non si tratta solo finalmente di "concludere" con
Elena, ma di essere il miglior Damon possibile, rimanendo
assolutamente se stesso. Riconoscendo e rendendo operativi i propri
affetti. Non che sia facile, e non credo lo sarà. Ma il cambiamento
di Damon deve avvenire in base a un sistema morale ed esistenziale
convincente o correrà il rischio di non piacerci. E Damon deve
piacere a Elena per quello che lui davvero è: non il Damon del 1864,
ma quello di ora, con i passi compiuti verso il vero se stesso.
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