E poi in auto, battutine e tira e molla che hanno lo charme della chimica perfetta fra di loro e il fine educativo, da parte di Damon, di farle comprendere che lei, dello Squartatore di Monterrey, alias il suo ex fidanzato fuggiasco, non sa ancora davvero nulla, per quanto conosca la dipendenza dal sangue di Stefan, ma anche lo scopo di farci assaporare la loro dolce e quotidiana familiarità. Perché Elena è sotto la protezione del fratello instabile e lui ha finalmente qualcuno da proteggere, ora.
Ma andiamo avanti. Dunque Elena è chiamata a capire chi Stefan davvero sia, e anche noi, perché in fondo l'altro è un mistero, non lo si conosce mai una volta per tutte. E in fondo persino noi siamo un mistero per noi stessi. La narrazione si incrocia con le parole di Klaus che finalmente cerca di introdurre Stefan alla comprensione del perché sta accadendo quello che sta accadendo: cioè perché diavolo il minore dei Salvatore debba fargli da assistente nei suoi tentativi di procurarsi un esercito di ibridi. Che ci fanno a Chicago, poi? Tra il famoso diario, che contribuisce al nome della serie, e Klaus che finalmente si sbottona sulle sue motivazioni, si aprono i flashback, che vedono subito Paul Wesley esibirsi nella sua versione del giovane (vampiro) scapestrato, che si liscia il capello impomatato e ribelle e si asciuga pedestremente gli angoli della bocca dal sangue della donna appena “consumata”, per entrare in un perfetto locale anni Venti. Attenzione: questo è il vampiro classico: colui che succhia sangue, vita, sesso e distrugge col suo fascino mortale.
È tempo di Ragtime, Charleston, Proibizionismo etc. etc. Bravi tutti, anche Gloria, strega cantante. Aspetta: nera, cantante, strega... con Kat Graham/Bonnie stiamo creando un cliché? Ed ecco la bellezza classica e morbida di Claire Holt. Si può fare un complimento al casting? Klaus e Rebekah si adattano benissimo all'ambiente. Assistiamo a un retroscena che Stefan assolutamente non ricorda, cioè il flirt con la biondissima originaria e l'amicizia con Klaus. Perché questo è il punto: l'ibrido ha bisogno di un amico, è sicuro di conoscere il vero Stefan, anzi lo rivuole, ma non solo squartatore, anche sinceramente ammirato, come era stato un tempo: “Sei un re!” gli dice. Stefan non si riconosce, ma lo farà, quando Klaus finalmente lo libera dal condizionamento che gli aveva imposto. Ma chi è Stefan Salvatore? Qualcuno che uccideva con arte le sue vittime, gustando il piacere di dominarle, elaborando l'ossessione narcisistica di segnare e conservare qualcosa di loro: il nome, per poter richiamare alla memoria quelle esaltanti sensazioni più e più volte.
Scopre tutto questo anche Elena, con orrore: eppure non è con orrore che lo guarda, bloccata nello stanzino della casa segreta del Ripper (ma i vampiri – figuriamoci gli Originari – non sentivano perfettamente gli odori? Mmah, forse Klaus era raffreddato??) . Stefan ha disseminato per la provincia americana corpi smembrati e straziati, ha sguinzagliato, costretto da Klaus, il mostro dentro di lui e ora non vuole tornare indietro, sa che tutto quel male non può essere redento, perché è lui stesso a non potersi perdonare, è lui che proprio non può considerarsi degno di Elena e glielo fa capire duramente. Eppure: le ha telefonato il giorno del suo compleanno, nella 3x01, non l'ha tradita in questo episodio con Klaus a un passo e ha salvato la vita a Damon nel 3x02. In un mare di male, qualcosa lega Stefan a ciò che considera più prezioso della sua salvezza: la vita di quelli che ama. Elena e Damon sono davanti a questo. Chi è Stefan Salvatore? Che cosa definisce la sua identità? Essere un mostro? O essere comunque capace di amare e di essere amato? E la giustizia per tutte le vittime? Ma ne parleremo. Oh, se ne parleremo!
L'altro è diverso da quello che vorremmo che sia: questo è il dramma di ogni rapporto. In questo episodio, particolarmente glamour grazie ai deliziosi flashback ambientati nei ruggenti anni Venti, questo doloroso scostamento, che mette in discussione l'amore e lo sfida, è il trait d'union fra le storie che ci vengono raccontate. Infatti ci troviamo di fronte a Caroline e al suo carnefice che, alla fine della scorsa puntata, abbiamo scoperto essere il padre - “Papà?” quanto è capace di commuoverci Candice Accola? Scopriamo che a Mystic Falls sono anche attrezzati con camere di tortura o condizionamento per vampiri e che il paparino, volendo il bene della sua figliola, la punisce ogni volta che la brama di sangue risveglia la vampira in lei. Lui incarna lo spirito tradizionale dei Fondatori, che separa nettamente gli umani (i buoni) dai vampiri (i cattivi). L'alternativa è incarnata da Elena che sconvolge le linee di demarcazione fra i generi dividendo buoni da cattivi al di là dell'essere un succhiasangue o no. Ma soprattutto il discrimine è l'amore, come constatiamo nella storyline di Caroline e del padre. “Figlia, sei un mostro, ti devo salvare, cioè ti devo cambiare, perché sennò sono costretto a ucciderti, proprio perché ti amo”: questo il succo del discorso. E qui interviene la convertita, la mamma di Caroline, nonché sceriffo di Mystic Falls, che spara al suo ex marito e, dopo che Tyler l'ha portata in salvo, porta la sacca di sangue alla figlia a letto, come se fosse una tazza di latte caldo. L'amore ti cambia o ti rimbambisce? The Vampire Diaries non ci sta suggerendo soluzioni facili: i punti di vista sono sempre alternati, per farci porre un minimo di domande.
Candice Accola è tenerissima ed è così facile immedesimarci nel suo sentirsi tradita dal padre che adorava. “Non puoi cambiare quello che sono” sostanzialmente diceva al padre, nel senso che non si può “disfare” un vampiro, ma quest'ultimo può scegliere. Chiunque può farlo. È questo che la madre ha alla fine compreso e il padre no.
E Stefan? Ha scelto Klaus? No, non vale la sua scelta, perché sta solo cercando di salvare ancora Elena. Ha scelto il sangue? Forse sì: è terribilmente sexy scegliere una cosa sbagliata, che ti attira mortalmente, solo perché ci sei costretto. Per questo il rapporto fra Klaus e Stefan è così ambivalente. C'è davvero un legame, ed ora che le barriere nella mente di Stefan sono cadute, lui ricorda che ha scelto di apprezzare Klaus: quindi lottare intimamente contro di lui è lottare contro se stesso, contro quella parte del suo io che ha voluto rinnegare, grazie all'aiuto di Lexie. Ma i recessi dell'io, ci insegna Freud, tornano sempre a galla come conflitti, si sa. E secondo voi Elena si rassegna?
Questo episodio è forse il mio preferito della stagione, ha tutto ciò che mi piace... Abbiamo un Delena con la sua quotidianeitá divertente ma anche estremamente fragile, vediamo come i due non possano piú fare a meno l'uno dell'altro, tra un battibecco e un piano fallito. Le battute di Damon sono spettacolari in questa puntata... Ma lui è anche molto impaurito, poco abituato a fare l'eroe, ma si butta senza tentennamenti tra le braccia dell'ibrido, consapevole che potrebbe morire con facilità, per dare il tempo ad Elena di salvare Stef. Poi c'é Klaus, in tutta la sua magnificenza, e vediamo le prime tracce della sua umanitá, nell'amicizia con Stefan e nel rapido ma chiaro sguardo di tristezza prima di pugnalare Rebekah. Si, Rebekah, quanto la amo! Sia negli anni 20 (e tifo ancora per lei e Stefan), sia nel presente. Cosí come amo il rapporto assurdo che ha con il fratello. Ultimo punto positivo, ma forse il più importante, é uno stefan fantastico... Non capiamo chi stefan davvero sia, ed il bello è proprio questo. Inoltre paul è eccezzionale qui, il fascino dello squartatore é immenso.
RispondiEliminaChe altro dire? Grazie per avermi fatto rivivere cosí bene questo episodio :)
Alla prossima <3
E' vero che ci vorrebbe una serie solo per gli Originari!! :-)
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