domenica 2 settembre 2012

Tvd 3x12 The Ties That Bind (Legami vincolanti) About Needs

E scusate il ritardo, ma questo episodio merita, anche solo per brevi tratti che rimangono nella memoria, Così eccovi il mio commento della 3x12. :)


Klaus ha bisogno delle sue adorate bare, perché i legami con i familiari che lo odiano sono fatti anche di uno strano e contrastato amore; Bonnie scopre di aver bisogno di sua madre, nonostante tutto; Tyler ha bisogno del suo libero arbitrio, in fondo, e il dolore è un prezzo che è disposto a pagare; Caroline ha bisogno di suo padre, il torturatore; Damon si cimenta con il bisogno, inconsueto per lui, di proteggere il suo amico Alaric; Meredith ha bisogno di sangue di vampiro; Elena ha bisogno di rivelare al suo ex che ha baciato Damon: è più forte di lei; e Stefan avrebbe tanto tanto bisogno di non provare ancora emozioni.
E invece le prova. Nonostante il male che ha fatto a Elena, anche solo spaventandola a morte in auto nell'episodio precedente, avrebbe sicuramente preferito saperla ancora fedele alla memoria del loro rapporto. Come sono umani questi vampiri!

È un episodio caratterizzato da alcune notevoli interpretazioni: Bonnie, nel suo sogno, fa davvero venire la claustrofobia, Stefan, con il suo volto scolpito nella pietra e il suo andarsene senza parole, alla rivelazione di Elena (guardate il bel tumblir) sul fatto di aver baciato Damon, fa dolere il cuore. Quasi quanto la volta della telefonata muta, nella 3x01. È il suo bisogno di Elena che pulsa, nonostante la pretesa durezza. Il bene, la felicità per lui, che si erano coagulati nella persona di Elena, nonostante l'idea che la vendetta sia il bene più prezioso, continuano a vorticare intorno a lei. Lui e Klaus non sono poi così diversi: entrambi negano di essere determinati dal loro bisogno di essere amati. Klaus fa mostra di preferire il controllo (leggi: “mania di controllo”) all'amore dei suoi fratelli, e intanto smania finché non riesce a riottenerli, Stefan sta lasciando di nuovo lentamente il posto alle vibrazioni emotive. 

Avete notato come Stefan viene colpito quando Klaus gli chiede quanti amici gli siano rimasti? E la fedeltà di Elena e la lealtà di Damon sono quegli elementi senza dei quali … beh, non è la stessa cosa. Paradossalmente però scopre che quelli che lo amano, ancora lo amano; perché Elena ancora gli è legata, nonostante abbia baciato Damon e che il fratello lavora sempre per lui e con lui, al di là di tutto. Non era stato lui ad affidargli Elena, del resto? E mo' che vuole??

Chi non vorrebbe essere duro, pronto a tutto, armato contro il proprio nemico, capace di contrastarlo? E invece ci si ritrova atterrati, feriti, vicini alla morte. Bisognosi. E più ci si ribella più la scheggia di legno si avvicina al proprio cuore di vampiro. Abbiamo bisogno di qualcun altro, noi così potenti, qualcuno che, più debole e disarmato di noi, ha però il potere di toglierci tutte le schegge dal cuore. Lo devi offrire il cuore, lo devi scoprire per fartelo guarire: queste sono le emozioni. È rischioso però, perché tolto il legno, da chi ha frugato a mani nude sul tuo petto inerme, ecco che un'altra ferita arriva, più profonda, meno tangibile, ma non meno dolorosa. "Ho baciato Damon". Esporsi alle emozioni è questo: rischioso, ma inevitabile. Se vuoi vivere. E non solo sopravvivere come guscio duro di un cuore morto. Affrontato questo duro prezzo, la realtà ci si rivela: “Tu sei migliore di noi”. In fondo è vero. È lei che li ha “mossi” davvero i fratelli Salvatore, dopo innumerevoli decenni trascorsi a girare intorno alle proprie ferite.

La prima cosa che mi ha fatto davvero ridere, comunque, è stato come Damon, dopo aver attirato l'attenzione di Elena con la postura e la posizione del corpo (maliziosamente ravvicinate per i normali standard americani) ed averla beneficiata di un paio di espressioncine da faccia da schiaffi, assesta un fantastico colpo al suo desiderio di controllare la situazione. La sputtana con Bonnie “Ci siamo baciati. Ora è strano”, e se ne va lasciando tutt'e due a bocca aperta. Magnifico come sempre.
Il contraltare perfetto del fratello, ombra oscura e dolente di se stesso.

Nessun commento:

Posta un commento